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come vengono fatti questi studi?

Una volta in queste stanze i soggetti vengono sottoposti al suono ritmico di un tamburo per portare i loro livelli di coscienza ad uno stato similare. Una volta in questo stato, lampi di luce casuali vengono trasmessi al ‘mittente’. Questo scatena un’attività nella corteccia visiva del cervello (l’area che si attiva con i segnali trasmessi dagli occhi). 

La scoperta sorprendente consiste nel fatto che la corteccia visiva del 

‘destinatario’ risponde in maniera simile, nonostante egli non sia stato esposto a nessun lampo di luce.

La nuova ricerca per ora è stata depositata nel server di pre-print Arxiv, e prende le mosse dalle scoperte effettuate dai ricercatori dell’Università di Washington negli anni precedenti. Nel 2013 infatti erano stati loro a realizzare il primo collegamento diretto, e non invasivo, tra cervelli umani. E nel 2015 erano riusciti a mettere in collegamento due cervelli per permettere a un volontario di indovinare quale oggetto stesse guardando un secondo.

Come? Alla base della loro tecnica ci sono due apparecchi usati di frequente in medicina, e nelle neuroscienze: una macchina che registra l’elettroencefalogramma (o Eeg), cioè un tracciato dell’attività elettrica del cervello; e un dispositivo per la stimolazione magnetica transcranica, che permette di attivare specifiche porzioni del cervello dall’esterno della scatola cranica attraverso un impulso elettromagnetico. 

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